Dieci lezioni sul buddhismo by Giangiorgio Pasqualotto

Dieci lezioni sul buddhismo by Giangiorgio Pasqualotto

autore:Giangiorgio Pasqualotto [Pasqualotto, Giangiorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religion, Buddhism, General, Philosophy, Buddhist, History, Rituals & Practice, Sacred Writings
ISBN: 9788831731621
Google: ZHmtmtXM0uIC
Amazon: B0067K1UYW
editore: Marsilio
pubblicato: 2011-04-06T22:00:00+00:00


2. impedisce alle tendenze particolaristiche presenti in muditā e in karunā di essere ristrette nello spazio e nel tempo, cioè di partecipare alle gioie e alle sofferenze solo di qualcuno e solo al presente.

A questo punto vien fatto di chiedersi: upekkhā, l’equanimità senza la quale le altre tre virtù fondamentali risulterebbero squilibrate, è a sua volta fondata su qualche altro fattore, o deve essere considerata essa stessa come fonte primaria di moralità, come attitudine innata dalla quale scaturisce ogni azione morale? Un passo del Samyutta Nikāya (ii, 1) può aiutare a dare una risposta a tale interrogativo: «La conoscenza profonda sorge in me, incommensurabile è la liberazione della mia mente. Questa è la mia ultima rinascita. Dopo aver ottenuto l’incomparabile e suprema conoscenza, annuncio il Dharma a tutti gli esseri per compassione verso di essi». Queste parole del Buddha chiariscono in modo inequivocabile che la compassione è fondata e preceduta dalla conoscenza. Senza conoscenza profonda (pañña), le forme della compassione non avrebbero quella base e quella solidità che le rende decisive per ogni azione morale: sarebbero lasciate alla casualità dei sentimenti e delle circostanze. È bene ricordare ancora una volta quali sono i contenuti fondamentali della conoscenza profonda: le Quattro Nobili Verità, e il fatto che ogni realtà sia insostanziale (anattā) e impermanente (anicca). Ed è opportuno insistere sull’importanza di queste due qualità che appartengono a ogni dhamma: chi infatti si rende consapevole che ogni realtà è priva di natura propria indipendente, si rende conto, in positivo, che ogni realtà è condizionata, nella sua struttura e nella sua vita, da altro da sé. Questa consapevolezza fa capire allora che amare l’altro da sé, sia esso persona, cosa, animale o pianta, significa amare elementi e fattori che sono necessari alla propria costituzione e alla propria vita. In breve, questa consapevolezza conduce ad amare le condizioni che ci fanno esistere: infatti, senza acqua, aria, calore, piante, animali, non avrei vita fisica; senza esseri umani non sarei essere umano. In questa prospettiva perde allora senso anche la contrapposizione tra “egoismo” e “altruismo”, perché, nel momento stesso in cui mi rendo conto che il mio “ego” può esserci e vivere solo in quanto costituito e formato da “altro”, è evidente che, amando me stesso, non posso non amare l’“altro”, e viceversa.



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